Presentati a Bari i risultati del progetto gestito dall’Arci territoriale sui beni confiscati alla criminalità organizzata
di Giuliana Campanelli, responsabile legalità di Arci Bari
Dopo due anni intensi, complessi, ma anche ricchissimi di soddisfazioni e sorprese, lo scorso 4 luglio è giunto a conclusione il progetto Un bene è per sempre, realizzato dall’Arci di Bari con il sostegno di Fondazione con il Sud e in collaborazione con altre associazioni del territorio e di respiro nazionale. Il progetto Un bene è per sempre ha fatto rivivere due beni confiscati alla criminalità di Bari vecchia (due appartamenti un tempo appartenuti ad affiliati al clan barese dei Capriati) restituendoli alla collettività ed utilizzandoli per scopi sociali trasformandoli in fabbrica di legalità. Un appartamento in piazza San Pietro 22, vicino al porto, ha ospitato Urban street, un piccolo centro sociale per i ragazzi del quartiere, con corsi di sostegno per l’apprendimento, laboratori di cittadinanza attiva e di legalità in collaborazione con Libera, la web-radio di quartiere dell’associazione Kreattiva, un info-point sulle dipendenze gestito dal Cama Lila, tirocini formativi con il CNR e laboratori creativi. Nel più riparato vico del Carmine, al civico 13, è nato invece Sguardi di donne, uno sportello sociale di ascolto, consulenza e sostegno alla genitorialità, dedicato alle giovani madri, e di assistenza e aiuto alla persona, oltre a un corso di formazione tessile in collaborazione con l’associazione La Rotonda e la cooperativa Made in Carcere. I volti e le voci di queste donne sono finiti in un cortometraggio originale prodotto da Arci Bari che girerà in tutta Italia. Il seminario ha avuto, accanto ai momenti dedicati allo studio, anche passaggi particolarmente toccanti, quando hanno preso la parola le donne e i ragazzi che hanno partecipato alle attività realizzate nei due centri. Dopo la diffidenza e la solitudine dei primi giorni siamo riusciti ad aprire un dialogo vero con il quartiere. Oggi siamo un pezzo del quotidiano di quei vicoli e la diffidenza si è sciolta nei rivoli di tanti rapporti umani nuovi e saldi. Lavorare in una realtà come quella del borgo antico, operare in luoghi dal così forte valore simbolico, non è facile, ma quegli sguardi, quelle speranze, quelle attese, il sostegno degli abitanti del quartiere davanti alle intimidazioni sono la riposta. Dopo due anni passati sottocosta, ora il progetto inizia la sua navigazione in mare aperto: sia Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud, sia l’Assessore alla legalità della Regione Puglia, Guglielmo Minervini, che Stefano Fumarulo, intervenuto in rappresentanza del Comune di Bari, commentando tutti con parole molto generose il lavoro di Arci Bari nei due beni confiscati, si sono detti disponibili a cercare formule per sostenere la prosecuzione del progetto in un’ottica di rete locale. Da domani inizia la parte più difficile. Con le donne che hanno partecipato al laboratorio tessile c’è la volontà di costituirsi in associazione per la produzione e la vendita di manufatti: una boutique della legalità tutta Arci. Di sicuro ripartiamo da una solida base umana, da quello che siamo riusciti a costruire sul territorio in questi mesi e dall’orgoglio per quello che, pure in condizioni difficilissime, siamo riusciti a fare.
ArciReport, 9 luglio 2013
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