Frequentiamo le organizzazioni democratiche della società civile ucraina sin dai primi anni di vita dei Forum Sociali Europei. Abbiamo cercato nell’ultimo decennio di favorire in tutte le occasioni lo sviluppo delle loro relazioni con le altre organizzazioni sociali europee. Seguiamo il loro impegno costante per i diritti sociali, e contro il riemergere del nazionalismo e della destra estrema.
Siamo a loro legati non solo da vincoli di solidarietà, ma da forti interessi comuni, convinti che solo da una omogeneizzazione verso l’alto di diritti e democrazia in tutto il continente possa venire garantito un futuro di pace, diritti e dignità per tutti gli europei.
Troppi, nelle istituzioni e non solo, hanno agito in questi anni considerando i paesi dell’Europa orientale unicamente come territori da controllare per interessi geo-politici e da colonizzare con le delocalizzazioni.
Unione Europea e Russia si sono purtroppo confrontate sullo stesso terreno e con analogo spirito, contendendosi pezzi di territorio europeo senza considerare le vocazioni e le esigenze dei loro popoli e delle loro comunità – costrette in tutta l’Europa dell’est a fare i conti con un presente sempre più lontano, in termini di democrazia e di diritti reali, dalle aspettative seguite al crollo del Muro di Berlino.
Oggi, di fronte ai morti e alle violenze che tornano ad incendiare Piazza Maiden a Kiev, facciamo nostre prima di tutto le quattro richieste dell’appello promosso dalla Rete Europea contro l’estrema destra
“Condanniamo la violenza e la repressione del governo Yanukovich; rinnoviamo l’impegno a sostenere le forze democratiche e progressiste della società civile ucraina; chiediamo a tutte le parti in conflitto di astenersi dall’uso della forza perché essa aiuta la destra e i militaristi; invochiamo l’apertura di un dialogo aperto, trasparente e democratico fra le forze della società civile civilizzata sulle riforme necessarie”.
Alla Unione Europea e alla Russia, che portano ciascuna grandi responsabilità, ora spetta l’onore urgente di una forte iniziativa politica, di concerto con le Nazioni Unite, per fermare la guerra civile in Ucraina.
È il tempo della politica, che è la capacità di costruire un progetto di uscita dalla crisi e i passi per realizzarlo. Sappiamo che non è facile che ciò sia messo in campo da istituzioni e governi per i quali l’interesse ha preso da tempo il sopravvento sul bene comune. Ma questa è la sola via per evitare che, ancora una volta, la guerra incendi la nostra terra comune.
Alle forze democratiche ucraine, strette fra autoritarismo e nazionalismo, tutta la solidarietà e la vicinanza della nostra associazione. Insieme, anche nei momenti difficili, per l’Europa della democrazia e dei diritti.
Arcireport, 20 febbraio 2014
Comments are closed.