L’Arci nazionale e l’Arci comitato di Torino si associano alla gioia per il ritrovamento di Guido, abbracciando Estela Carlotto, le Abuelas e le Madres de Plaza de Mayo Linea Funadadora, h.i.jo.s., Fqamiliares e tutti coloro che con la loro lotta quotidiana ci insegnano che un mondo migliore è possibile.
La terribile dittatura argentina che iniziò con il golpe militare del 24 marzo 1976 per terminare nel 1983 non ha lasciato solo uno strascico di 30.000 desaparecidos, decine di migliaia di esuli e altrettanti prigionieri politici, ma anche oltre 500 neonati rapiti.
Le militanti incinte venivano portate negli oltre 350 lager clandestini, sottoposte a torture con l’assistenza di medici che indicavano il momento in cui fermarsi per evitare di ucciderle o fare danni al neonato in gestazione, quindi fatte partorire, uccise e il neonato dato in adozione con falsi certificati di nascita a famiglie di militari o sostenitori del regime.
Rari i casi in cui venivano venduti a famiglie ignare e dico venduti perché i neonati costavano ed erano fonte di lucro per i militari assassini. Talvolta venivano abbandonati negli orfanatrofi.
L’associazione Abuelas de Mayo ricerca in maniera incessante questi nipoti rapiti e ieri ha festeggiato il ritrovamento del nipote numero 114, si chiama Ignacio Hurban, ha 36 anni, di professione musicista. Il vero nome di Ignacio. è Guido Carlotto, nipote della presidente dell’associazione Estela de Carlotto, nato nel maggio del 1978 nel lager delle forze armate “La Cacha” a Rio de la Plata.
Ignacio è figlio di Oscar Montoya e Laura Carlotto, 23 anni, militanti anti regime, che vennero sequestrati nel novembre del 1977. Laura era incinta di due mesi e mezzo, subì torture nel lager clandestino La cacha a La Plata prima di partorire ed essere assassinata. Alla fine del 1978 il corpo di Laura venne restituito alla famiglia ma del figlio Guido i parenti non seppero più nulla.
Il bambino venne dato in affidamento come orfano a una famiglia di Olavarria,nella provincia di Buenos Aires. Estela de Carlotto seppe che la figlia era incinta da una sopravvissuta del lager, che il niome che le aveva dato era Guido, come il nonno e da allora ha iniziato una ricerca instancabile del nipote.
Ieri la notizia: Guido è tornato, verosimilmente molto scosso, anche se evidentemente nutriva dei dubbi, tanto che non solo lui stesso ha chiesto il test al Dna, ma in questi anni ha collaborato con l’associazione delle Abuelas.
Ignacio/Guido è stato solo 5 ore con la madre e da allora sono trascorsi 37 anni prima che venisse ritrovato e restituito alla sua identità e alla sua famiglia biologica!
L’Arci nazionale e l’Arci comitato di Torino si associano alla gioia per il ritrovamento di Guido, abbracciando Estela Carlotto, le Abuelas e le Madres de Plaza de Mayo Linea Funadadora, h.i.jo.s., Fqamiliares e tutti coloro che con la loro lotta quotidiana ci insegnano che un mondo migliore è possibile.
La presidente nazionale Arci Francesca Chiavacci
Il presidente del Comitato Arci di Torino Ugo Zamburru
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