IN CAMMINO PER I DIRITTI DI TUTTI
di Franco Calzini, presidente Arci Umbria e Barbara Pilati, co-responsabile Area Sociale Arci Umbria
Il 25 ottobre l’Arci è scesa in piazza con la Cgil e le migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno manifestato contro le politiche del lavoro del governo Renzi. Il pensare di uscire dalla crisi comprimendo i diritti, estendendo la precarietà e delegittimando la rappresentanza sociale non può essere accettato da un’associazione come la nostra, che ha la sua base e la sua ragion d’essere nella partecipazione e nella cultura dei diritti. Consapevoli che innovazioni siano necessarie sia nei rapporti tra forze sociali e istituzioni che nella gestione del lavoro in Italia, riteniamo però che l’attuale governo abbia imboccato la direzione sbagliata. Prendere parte al corteo è stata quindi una scelta convinta e necessaria. Nella delegazione dell’Arci Umbria hanno risposto all’appello del sindacato numerosi migranti richiedenti asilo beneficiari dei programmi Sprar e Nuova emergenza nelle province di Perugia e Terni. L’idea di partecipare insieme è nata nel corso dei laboratori sui diritti che si tengono all’interno dei progetti stessi: operatrici, operatori, migranti si ritrovano per discutere di diritti in Italia, in Europa e nel mondo, in un confronto tra le diverse culture, le diverse aspettative, le diverse concezioni che ogni percorso e ogni storia si portano dietro. È stato naturale, nel parlare dell’erosione dei diritti e delle tutele che si prospetta in Italia, che persone che hanno come progetto di vita quello di vivere e lavorare nel nostro paese accettassero con entusiasmo la proposta di sfilare sotto le stesse bandiere, nello stesso corteo, consapevoli che l’attacco alla democrazia nei luoghi di lavoro è un attacco contro tutti. Lo spezzone dell’Arci nella piazza del 25 ottobre ci ricorda che l’integrazione passa dalla consapevolezza e che la democrazia e la difesa dei diritti uniscono: la ‘guerra tra poveri’ che da più parti si cerca di scatenare per distrarre dalle vere responsabilità di questa crisi e dai tentativi di uscirne aumentando l’ingiustizia sociale trova il suo antidoto nella partecipazione. Molti dei migranti venuti dall’Umbria hanno storie di attivismo politico in Gambia, in Mali, in Bangladesh; ci sono giornalisti, che hanno documentato i vari passaggi della manifestazione, rimanendo colpiti dalla voglia di lottare che c’è ancora in Italia.
Il loro contributo alla vita del nostro paese è attivo e passa dalla partecipazione.
Abbiamo marciato tutti insieme, dietro lo striscione con il Quarto Stato e le parole d’ordine ‘Democrazia dignità pace ancora in cammino’, richiedenti asilo, militanti dell’associazionismo, dirigenti locali e nazionali, operatrici e operatori. E quando spontaneamente è partito il coro ‘Get up, stand up, stand up for your rights’ tutti quanti abbiamo cantato. La lotta alla riforma del lavoro e alla riduzione degli spazi di democrazia che si sta cercando di far passare in Italia e in Europa è ancora nel pieno, e l’Arci in tutte le sue componenti ci sarà.
ArciReport, 30 ottobre 2014
Qui l’articolo di Gianna Fracassi segretaria nazionale Cgil:
Manifestazione_Cgil_-_apertura.doc
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