L’Arci sarà anche questa volta a fianco di quanti si battono per la libertà e il pluralismo dell’informazione.
ADi seguito, il nostro messaggio di solidarietà inviato alla FNSI sui tagli ai fondi per l’editoria contenuti nella Finanziaria.
In un momento di grave difficoltà per gran parte delle testate cooperative, non profit e di idee, oltre che per quelle locali, il taglio del sostegno pubblico, già fortemente ridimensionato negli ultimi anni, rischia di decretarne per molte la chiusura.
L’Arci ritiene fortemente sbagliata la scelta del governo di eliminare, con la legge di Stabilità, ogni forma di sostegno al settore. Ciò va a scapito infatti della pluralità dei mezzi di informazione, e dunque contrasta col diritto alla libertà di informare ed essere informati sancito dalla nostra Costituzione.
Le difficoltà del settore, aggravate dalla progressiva riduzione del sostegno pubblico, hanno già costretto alla chiusura più di trenta testate e, se venisse confermato l’orientamento del governo, almeno altre ottanta sarebbero probabilmente costrette a chiudere i battenti.
Una situazione preoccupante, che riguarda anche la sorte di tanti lavoratori che spesso con grande dedizione e pur tra mille difficoltà hanno continuato a prestare la loro opera.
Ci uniamo quindi alla voce di quanti chiedono un ripensamento da parte del governo che garantisca, attraverso un adeguato stanziamento di risorse, la sopravvivenza di tutte quelle testate altrimenti destinate alla chiusura.
L’Arci sarà anche questa volta a fianco di quanti si battono per la libertà e il pluralismo dell’informazione.
Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
Arcireport, 11 Dicembre 2014
Campagna di sostegno al quotidiano “Il Manifesto”
Arci ha deciso di sostenere la campagna “Mi riprendo il manifesto”, finalizzata al riacquisto della testata dalla liquidazione coatta amministrativa avvenuta due anni fa. L’impresa è particolarmente difficile, perché si tratta di raccogliere un milione di euro entro la fine del 2014, data intorno alla quale i liquidatori metteranno all’asta la testata.
Per riuscirci, il Manifesto chiede un impegno collettivo, il sostegno di chi è convinto della necessità che un giornale libero e indipendente, uno dei pochi esplicitamente di sinistra, continui la sua avventura iniziata nell’ormai lontano 1971, senza altri ‘padroni’ che i propri lavoratori e lavoratrici, oltre che i lettori e le lettrici.
In tutti questi anni anche noi abbiamo imparato che l’indipendenza è stata ed è la grande forza del Manifesto. Non avere un editore, né un socio finanziatore, nessuno che dall’esterno imponga la linea editoriale. E’ quindi interesse di chiunque creda nella libertà e nel pluralismo dell’informazione evitare che il quotidiano perda questa caratteristica. Questo compito non può essere affrontato e garantito solo dal collettivo del giornale, tanto più alla luce dei tagli, previsti nella legge di Stabilità, che colpiranno l’editoria, rischiando di costringere alla chiusura tantissime testate – cooperative, non profit, locali – che non potranno più contare sul sostegno pubblico. Perciò c’è bisogno di una forte mobilitazione di tutti, che in questo caso significa volontà di donare anche poco, facendolo però in tanti.
Ci si può abbonare e/o fare una sottoscrizione, sapendo che farlo avrà un valore strategico per mantenere in vita uno spazio a disposizione di tutta la sinistra.
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