di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
Di solito, alla fine di ogni anno, oltre a fare bilanci e considerazioni generali, si fanno tanti buoni propositi per quello nuovo e per il futuro. Purtroppo quello che accade intorno a noi non è troppo consolante.
Il mondo è attraversato da fondamentalismi e violenze che i Governi continuano a pensare di poter sconfiggere solo attraverso l’uso delle armi, le disuguaglianze aumentano e continuano ad essere rimosse quotidianamente le cause vere della nostra crisi. E se dovessimo fare una classifica dei mali di questa fase politica nel nostro Paese forse dovremmo cominciare proprio dall’aumento della crisi della nostra democrazia: diminuzione della partecipazione al dibattito pubblico dei cittadini e delle cittadine (testimoniato dall’astensione alle elezioni regionali), la crescita di razzismo e xenofobia, la degenerazione dell’etica pubblica, l’aumento della corruzione.
In questi giorni sempre di più ci sembra di vedere che alla parola più ricorrente nel dibattito politico della sinistra (Cambiamento) si dia un significato diverso, se non opposto, a quello che ha davvero: proposte che hanno invece poco di nuovo, se non la lingua in cui ci vengono proposte, o le modalità comunicative, ma che hanno una filosofia di fondo abbastanza antica, quella secondo cui nel momento della crisi non ci si possono permettere ‘lussi’ come i diritti, né ‘tempi lunghi’ come quelli della concertazione, della mediazione e dell’ascolto.
Anche per noi il 2014 è stato un anno complicato e straordinario, difficile: le nostre vicende congressuali ci hanno sicuramente segnato, ma momenti importanti di lavoro e di ripartenza come quello degli Strati della Cultura e del Congresso di Ucca, svolti a Ferrara (con cui abbiamo chiuso l’anno ‘in bellezza’), insieme a tante altre nostre iniziative, ci fanno capire quante storie nuove abbiamo da scrivere e da raccontarci.
Per tutti questi motivi tra i nostri buoni propositi ce ne deve essere soprattutto uno quello di rafforzare, dare visibilità nazionale maggiore e rilanciare le ragioni della nostra esistenza: i valori della partecipazione e della solidarietà, l’antirazzismo, la difesa dei diritti delle donne, la ricostruzione di un’etica pubblica, l’affermazione dei diritti sociali, la rivalutazione della cultura come strumento di uguaglianza e libertà, la difesa dei valori costituzionali.
Lo facciamo tutti i giorni, in tutti nostri livelli di intervento, nei territori (dal circolo ai Comitati regionali), nella direzione nazionale, e abbiamo finalmente ri-costruito in un organigramma definito e preciso gli strumenti che ci consentiranno di dare attuazione ai nostri buoni propositi.
Se di buoni propositi ne dobbiamo trovare uno in più, c ’è quello di credere di più in noi stessi, di avere maggiore consapevolezza del nostro valore, di capire quanto bisogno c’è di ARCI in questo momento così difficile e complicato per il nostro Paese, di rafforzare la nostra rete associativa, di costruire politiche adeguate per realizzarla, e conseguentemente di chiedere con maggior forza alle istituzioni e alle forze politiche il riconoscimento di tutto questo.
Perché purtroppo, anche se siamo vicini al Natale, sappiamo che difficilmente riceveremo regali, soprattutto in un momento in cui la politica si fonda sempre di più nella relazione diretta tra leader e cittadini, delegittimando le forme della rappresentanza sociale, depauperando la democrazia.
Ma, come abbiamo sempre fatto, continueremo a ‘regalare’ al nostro Paese politiche di democrazia, di socialità, di cultura e solidarietà.
Auguri quindi di un buon 2015 a tutti e a tutte noi!!
Roma, dicembre 2014
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