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Arci Lecco Sondrio

Esperienze di agricoltura sociale a Cascina Triulza

admin ottobre 5, 2015 dal mondo arci

di Emanuele Patti, Presidenza nazionale Arci

Le attività dell’Agricoltura Sociale sono finalizzate a generare benefici inclusivi, favorire percorsi terapeutici, riabilitativi e di cura; sostenere l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione; favorire la coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo. Secondo le stime il settore vale circa 200 milioni di euro di fatturato l’anno (con oltre mille esperienze distribuite sul territorio italiano).
Da un’indagine Aiab del 2010 è emerso che le categorie più presenti in azienda sono: disabilità mentale 32%, disabilità fisica 19%, detenuti o ex detenuti 12,5%. Per le attività le più diffuse sono: coltivazione o allevamento 38%, ortoterapia 23%, pet therapy 7%, florovivaismo 5%.

L’agricoltura di promozione sociale e la trasformazione dei prodotti della Terra, stanno diventando anche nella rete dei circoli e dei comitati Arci, in tutta la penisola attività importanti nella vita delle nostre associazioni. Abbiamo cercato di mappare quelle esperienze che, o perché già mature da anni o perché incentivate da progetti e inserite in reti importanti, o infine perché frutto dell’autonoma iniziativa dei cittadini che hanno poi trovato in Arci un interlocutore attento e pronto, ci sembravano più pronte ad essere presentate e in qualche modo ad essere messe in relazione.
Il lavoro fatto in questi anni sui temi della sostenibilità, stili di vita e diritti della terra, ha portato i suoi frutti e sono così decine le iniziative di cittadinanza attiva che Arci raccoglie attorno a questi temi.
Per questo il 24 settembre, a Cascina Triulza, abbiamo invitato il Ministro dell’Agricoltura, abbiamo sentito l’economista Andrea di Stefano, direttore della rivista Valori per inquadrare il fenomeno, ci siamo confrontati con il tema del commercio e della distribuzione assieme a Vittorio Rinaldi presidente di Altromercato, ma soprattutto abbiamo sentito e raccontato le loro Storie, le storie di molte straordinarie esperienze.
Come quella ad esempio dell’Arci Miele di Lecce, una Masseria recuperata dove l’idea di orto comune è quello di rendere tutti partecipi alla vita della masseria e venire incontro anche a chi ha problemi di natura economica e non può partecipare alle attività stesse (serate, corsi, cene, laboratori, escursioni, ecc.) o acquistare prodotti (uova, marmellate, liquori, sali aromatici, miele, ortaggi e verdura).
La pratica Comunità di pane nasce invece per recuperare la funzionalità di un vecchio forno pubblico ubicato in una piccola frazione (Mortella) del comune di Rotondella in Basilicata. Rotondella è un comune rurale.
Il grano e il lavoro dei campi sono stati per un lungo periodo elementi importanti nella vita degli abitanti. Nella piccola frazione di Mortella come testimonianza di questo legame la comunità ha al centro dell’abitato un piccolo forno pubblico. Con il passare del tempo la funzionalità del forno è stata persa, anche se esistono degli abitanti del rione che ‘resistono’.
Il circolo Arci La Tarantola ha avviato diverse azioni con l’obiettivo di recuperarlo: una in collaborazione con i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Rotondella ha elaborato e proposto al consiglio comunale il riconoscimento dei beni comuni presenti sul territorio comunale e un regolamento d’uso del forno in particolare.
Tornando in Puglia, ad Aradeo sempre in provincia di Lecce scopriamo Karadrà, un progetto agricolo legato al nuovo concetto di multifunzionalità che dà all’agricoltura, oltre al suo compito primario, quello di fare comunità, tutelare il patrimonio culturale e naturale di un territorio.
Questa terra fatta di muretti a secco e canali asciutti, di ulivi e mandorli solitari ha spinto l’associazione Arci Club Gallery non all’agricoltura, ma all’aridocoltura. L’aridocoltura è l’insieme degli accorgimenti volti a consentire la coltivazione in ambiente arido, cioè in assenza di irrigazione ed in presenza di precipitazioni minime. Da quattro anni i protagonisti di Karadrá sono impegnati sul territorio con attività culturali e di promozione sociale e da due hanno deciso di impegnare il loro tempo di lavoro anche nei campi. Sono impegnati con 5000 piante di pomodoro d’inverno (La Penda), 2000 di leguminacee e 400 alberi di ulivo.

Un ultimo esempio dei tanti presentati il 24 settembre alla Cascina Triulza, il primo Padiglione Ufficiale della società civile in un Expo, a Milano, si chiama Officine del futuro e nasce in un’area, il Destra Po Sinistra Secchia, molto colpita dalla crisi economica in termini di chiusura di attività industriali e con conseguente perdita di posti di lavoro, ma al contempo è zona di prodotti tipici ricercati: melone, zucca, ecc., così come i lavorati tipo mostarda, formaggio parmigiano, ecc. La disoccupazione crescente è un ulteriore ostacolo per chi, o per disabilità o perché con problemi socio-famigliari gravi tanto da determinare anche un allontanamento dalla famiglia, ha già poche opportunità di crescere professionalmente e di trovare lavoro, ma il settore primario e quello di lavorazione dei prodotti agricoli offrono una via d’uscita secondo gli ideatori del progetto, una rete di realtà sociali e associative guidate in questa prima fase dall’Arci di Mantova. Il progetto nasce dunque con l’intento di rispondere ai bisogni occupazionali di giovani socialmente fragili valorizzando contemporaneamente le ricchezze agricole ed enogastronomiche del territorio mantovano. L’idea principale è stata quella di costruire un laboratorio per la produzione di marmellate e altre conserve dove formare e impiegare giovani maggiorenni e minorenni con fragilità sociali, respinti dal normale mercato del lavoro.
Contestualmente promuovere tra i giovani il mutualismo e il protagonismo civico che contraddistingue da sempre l’associazionismo di promozione sociale affinché gli stessi beneficiari siano artefici di un cambiamento sociale.

È allora forse tempo di capire se queste esperienze possano diventare anche una politica nazionale della nostra associazione, esperienze di rete, capaci di promuovere ulteriori e innovative forme di sviluppo associativo.

Arcireport, 2 ottobre 2015

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