Dichiarazione di Francesca Chiavacci, Presidente nazionale Arci
Parafrasando Bertolt Brecht, si potrebbe dire “C’è un giudice in quel di Torino”. Come avevamo auspicato, il processo a Erri De Luca per le sue libere dichiarazioni contro la Tav si è concluso con un’assoluzione perché il fatto non costituisce reato.
La libertà d’espressione, tutelata dall’articolo 21 della nostra Costituzione, è stata così pienamente ristabilita e riaffermata.
Con grande coerenza Erri De Luca aveva rinunciato a presentare istanza di incostituzionalità nei confronti del capo d’accusa perché, come egli stesso ha dichiarato nel corso del processo, “Ciò che è costituzionale si misura al pianoterra della società”. Non solo, ma ha ribadito il suo punto di vista contrario alla Tav, ricordando che “sabotare è un verbo nobile e democratico pronunciato e praticato da Gandhi e Mandela con enormi risultati politici”.
Il tentativo di impedire che autorevoli intellettuali, non solo semplici cittadini, possano esprimersi liberamente in senso contrario alle volontà del potere politico ed economico è stato quindi respinto. La solidarietà del mondo della cultura nei confronti di Erri De Luca – come aveva già rilevato Roberto Saviano – non è stata certo all’altezza, ma ognuno si assume la propria responsabilità.
Da parte nostra, e di questo siamo fieri, il sostegno allo scrittore non è mai venuto a mancare fin dal primo momento.
La sua assoluzione è una vittoria per tutti, oltre che per il movimento NoTav. Una vittoria della libertà di pensiero e di espressione. Una vittoria per chi pensa che i problemi della nostra economia e del nostro territorio debbano e possano trovare soluzioni diverse e alternative a quelle delle grandi opere, i cui costi ambientali e sociali, oltre che economici, sono assolutamente superiori ai presunti vantaggi presenti e futuri.
Roma, 19/10/2015
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