Il terrore globale continua a massacrare civili innocenti: quasi 200 vittime e oltre un centinaio di feriti il bilancio di due stragi avvenute nella giornata di ieri in Siria e Niger.
La matrice comune quella jihadista: a Damasco, nel quartiere sud della città e vicino al santuario sciita di Sayyda Zeinab, l’attentato con un’autobomba e alcuni kamikaze è stato rivendicato da Daesh; a Maiduguri le milizie terroristiche di Boko Haram hanno incendiato il villaggio abitato da donne e bambini.
Entrambi sono atti di terrore contro la ricerca della pace, contro i già difficili negoziati Onu di Ginevra – che mirano alla ricerca di una soluzione nella guerra civile che sta infiammando il Paese, contrapponendo i fedeli al regime di Bashar al-Asad (appoggiato dall’asse russo-iraniano) a diversi gruppi ribelli (alcuni dei quali sponsorizzati dal regime saudita) – e a seguito della chiusura del summit tra gli Stati Africani ad Addis Abeba, durante il quale il Ministro nigeriano aveva sostenuto l’indebolimento di Boko Haram.
Il prezzo di vite di donne, bambini e civili disarmati continua a salire in una barbarie senza fine e senza confini: il mondo intero è attonito ma non riesce a trovare una linea comune che possa fronteggiare il terrore dilagante.
Negli ultimi 5 anni in Siria il bilancio è di 250 mila morti e 11 milioni sono i fuggitivi che cercano rifugio nella fortezza europea; in Nigeria i morti sono oltre 20 mila e 2,5 milioni gli sfollati.
Le condanne e la compassione non servono più: si aprano le porte dell’Europa a chi fugge dai massacri, si dia a tutti i contendenti sul campo la possibilità di prendere parte ai negoziati di Ginevra, senza preclusioni o condizionamenti, la Pace si fa con i nemici.
Roma, 1 febbraio 2016
Arci Direzione Nazionale
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