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Arci Lecco Sondrio

COS’è UN CIRCOLO ARCI

admin luglio 17, 2014 FARE UN CIRCOLO

Un Circolo Arci è un’associazione senza fini di lucro fra persone che vogliono incontrarsi, condividere  interessi e passioni, scoprire  il piacere di stare e di fare insieme. In un Circolo Arci si organizzano momenti di socialità, occasioni di formazione e conoscenza, si fa cultura. Ci si batte per i diritti di tutte e di tutti, contro ogni forma di esclusione o discriminazione. Si offre solidarietà e sostegno ai più svantaggiati. Si promuove la pace e la cooperazione fra i popoli. Si diviene protagonisti di  un’esperienza collettiva utile a  contribuire concretamente a una società più serena e più giusta.

SCARICA IL DECALOGO DELLE BUONE PRATICHE DEI CIRCOLI   ARCI

 

GLI “STRUMENTI” DEL CIRCOLO:

L’ATTO COSTITUTIVO
E’ l’atto di nascita dell’associazione, nomina il primo consiglio direttivo provvisorio.
LO STATUTO
E’ l’insieme delle norme che regolano la vita del circolo, che valgono per tutti i soci.
LA TESSERA 
Documenta l’iscrizione del socio al circolo e all’associazione nazionale, consente di partecipare alle iniziative e alla vita del circolo e dell’associazione di riferimento.
L’AFFILIAZIONE DEL CIRCOLO ALL’ ARCI
E’ l’atto di iscrizione e adesione del circolo ad ARCI Nazionale, nel cui statuto il circolo stesso si riconosce.
DECISIONI DEMOCRATICHE E PARTECIPATE
L’assemblea dei soci: e’ costituita dai soci del circolo, delibera il programma annuale, vota il bilancio, elegge il consiglio direttivo.
Il consiglio direttivo: predispone e applica il programma, elegge il presidente, esegue il mandato dell’assemblea.
Il presidente: è di norma, il legale rappresentante dell’associazione.
Il programma: e’ l’insieme delle attività e delle iniziative deliberate dall’assemblea su proposta del consiglio; la sua realizzazione, al di là di tutte le definizioni giuridiche e teoriche, è ciò che qualifica veramente la natura del circolo.
Il bilancio: e’ il documento che riporta i movimenti relativi alla gestione delle attività, alle spese generali, al tesseramento e presenta all’assemblea dei soci la situazione del rendiconto economico e finanziario, obbligatorio per legge dal 1998.

CHI PUO’ FREQUENTARE I LOCALI E LE ATTIVITA’ DEL CIRCOLO?
Sono autorizzati a frequentare i locali e le attività i soci del circolo in regola con il pagamento della quota sociale; è inoltre facoltà del circolo consentire l’accesso ai soci dell’associazione nazionale cui esso aderisce.

PERCHE’ NON SI PUO’ “APRIRE UN CIRCOLO”?
Un circolo non è un negozio o un bar, ma nasce dall’iniziativa di cittadini che, senza fini di lucro, si associano per sviluppare un comune interesse, quindi non ci sono “padroni” o “soci fondatori” (dotati cioè di diritti particolari). …ma questo non significa comunque che non si può lavorare in un circolo e ricavarne un proprio compenso in modo del tutto legittimo. Questo e’ lecito e possibile, naturalmente attraverso le forme consentite dalla legge, che vanno dal lavoro dipendente ai diversi tipi di collaborazione con la stipula di contratti legati alle mansioni richieste dallo svolgimento delle attività.

CIRCOLI TRA REALTA’ E LEGGENDE METROPOLITANE…
“… a fare un circolo si guadagnano un sacco di soldi…”
Il carattere non lucrativo dei l’associazione esclude la suddivisione degli eventuali utili di gestione, che vanno utilizzati invece per l’attività del circolo ed il fabbisogno del circolo.
“… i circoli non pagano le tasse…”
E’ vero in linea generale per quanto concerne le attività istituzionali, in quanto riservate ai soci e dunque considerate attività di carattere non commerciale (fanno tuttavia eccezione di alcune attività, considerate comunque “fiscalmente rilevanti” anche se rivolte ai soci, come ad esempio la somministrazione di pasti).
“… circoli non sono sottoposti alle leggi come i pubblici esercizi…”
Il carattere privato, di luogo non aperto al pubblico, dei circolo determina effettivamente alcune specificità come il non assoggettamento al regime autorizzatorio per le attività di somministrazione bevande. In fatto di igiene e sicurezza, invece, valgono le medesime norme dei pubblici esercizi.
“… un circolo deve essere affiliato ad una associazione nazionale…”
È obbligatorio aderire ad un’associazione nazionale le cui finalità siano riconosciute dal Ministero dell’Interno solamente se si intende gestire un bar per soli soci in esenzione fiscale.
“… il bilancio di un circolo può essere solo in pareggio…”
Non necessariamente, ma l’avanzo di gestione deve essere destinato, su decisione dell’assemblea dei soci, ad usi compatibili con le finalità statutarie (migliorie alla sede, reinvestimento in attività, beneficenza, ecc.)
“.. il circolo può utilizzare solo il lavoro volontario dei soci…”
Nulla vieta di prevedere compensi a persone, soci e non, per lo svolgimento di mansioni ed incarichi legati all’attività del Circolo (gestione bar, organizzazione iniziative culturali, formative e ricreative, ecc.), ma chiaramente questo va fatto instaurando regolari forme di lavoro previste dalle leggi vigenti (lavoro dipendente, collaborazioni occasionali o a progetto, associazione in partecipazione, ecc.).

 

 

 

 

 

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