Proponiamo, di seguito, il contributo di Danilo Barbi (Segreteria Nazionale Cgil) pubblicato sull’ultimo numero di ArciReport
ll 12 dicembre sciopero generale «Così non va!», occorre davvero cambiare verso alle politiche che hanno prodotto la crisi. Con questo messaggio il prossimo 12 dicembre scenderemo nelle piazze di tutta Italia, insieme alla Uil, in occasione della giornata di sciopero generale.
Di fronte a un’economia europea che continua a dimostrarsi complessivamente debole è ormai chiaro che le prospettive di crescita dipendono più che mai dal recupero della domanda interna (redditi e investimenti).
Obiettivo che si può raggiungere allentando la morsa depressiva imposta dai vincoli europei, spingendo gli investimenti e creando occupazione, in primo luogo attraverso politiche pubbliche. È necessario un intervento pubblico europeo adeguato, non quello previsto dal piano Juncker. Dare maggiore spazio a politiche di crescita in Europa e in Italia è la ricetta per aiutare lo sviluppo e per uscire da condizioni di deflazione, oggi ampiamente sottovalutate, che possono produrre effetti di depressione e stagnazione di lungo periodo.
Le politiche del governo Renzi, al di là dei proclami, continuano ad andare nel verso opposto: non produco direttamente occupazione e svalutano il lavoro. Siamo convinti che anche nel nostro Paese si possano percorrere politiche diverse, più efficaci contro la deflazione e più eque, come proponiamo con il Piano del Lavoro della Cgil.
Di tutto ciò nei provvedimenti dell’esecutivo e nella Legge di Stabilità non si parla: non si dà nessuna risposta alla necessità di un cambio di passo nella politica economica. Al contrario, viene programmata la riduzione della spesa e degli investimenti pubblici, sperando in un aumento (che non ci sarà) di quelli privati, finanziati da riduzioni fiscali a pioggia.
Il 12 dicembre saremo in piazza per dire che «Così non va!»: occorrono nuove politiche industriali che innovino e qualifichino la nostra struttura produttiva e dei servizi, aumentandone la produttività attraverso riforme di struttura giuste.
Occorrono nuove politiche per l’uguaglianza: da tempo la Cgil propone di tassare i grandi patrimoni, con un gettito potenziale di circa 10 miliardi di euro, in grado di sostenere un Piano straordinario per l’occupazione, soprattutto giovanile e femminile.
È doveroso dare una vera svolta alla lotta all’evasione, primo passo per un riordino di un sistema fiscale iniquo e poco progressivo, che, come ha rilevato la Corte dei Conti, concentra la sua attenzione soprattutto su lavoro dipendente e pensionati. Non ci limitiamo a dire no al Jobs Act e alla filosofia della Legge di Stabilità, saremo in piazza per proporre politiche alternative, per mettere sotto gli occhi di tutti l’insensatezza, l’ingiustizia e l’inefficacia delle politiche di austerità.
Vogliamo svelare l’inganno renziano che presenta come progressisti provvedimenti socialmente ed economicamente sbagliati, non adeguati ad uscire dalla crisi.
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