Sabato 18 maggio 2013 si terrà a Roma la manifestazione nazionale “BASTA! NON POSSIAMO PIU’ ASPETTARE. Per il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per la giustizia sociale e la democrazia” che viene promossa dalla FIOM e a cui hanno aderito numerose organizzazioni sociali e reti di movimento.
L’Arci aderisce alla manifestazione, ritenendola un’opportunità di mobilitazione unitaria delle forze sociali particolarmente utile in questa difficile e delicata fase politica.
Di seguito, un articolo di Grazia Naletto, co-portavoce di Sbilanciamoci!
“La manifestazione del 18 maggio indetta dalla Fiom non è una manifestazione come le altre. Si colloca in un contesto politico, economico e sociale straordinario che richiede da parte della società civile una risposta altrettanto straordinaria.
Sul piano politico, il Governo appena entrato in carica è quanto di più lontano da quello che il voto del 24 e 25 febbraio ha espresso. Il 25% degli elettori che hanno votato il M5S, l’altro 25% che ha votato il centro-sinistra e il 30% di astenuti segnalano un forte dissenso rispetto alle politiche di austerità, di impoverimento sociale e di indebolimento dei diritti sul lavoro portate avanti dai governi Berlusconi e Monti e rivendicano un cambiamento che un governo egemonizzato da Berlusconi difficilmente potrà realizzare.
Sul piano economico gli ultimi dati ufficiali ci consegnano un paese in piena recessione la cui ‘ripresa’ viene posticipata di volta in volta dalle diverse statistiche offerte dalle istituzioni internazionali. Tutti i principali indicatori economici sanciscono il fallimento delle politiche liberiste adottate sino ad oggi: una contrazione prevista del Pil dell’1% nel 2013 dopo quella del 2,1% registrata nel 2012; un rapporto debito/Pil previsto per quest’anno al 130,4%; una disoccupazione nel 2012 al 10,6% (+2,2% rispetto al 2011) che tra i giovani ha però toccato il 38,4% nel marzo 2013; un 11% della popolazione che si trova in condizioni di grave deprivazione.
A pagare sono i soliti noti: giovani, donne, anziani, lavoratori dipendenti e pensionati colpiti dalle riforme sul lavoro e sulle pensioni, dalla voracità delle speculazioni finanziarie e dall’incapacità della politica di osare, finalmente, una nuova scelta di campo.
I governi Berlusconi e Monti sono riusciti a imporre nel dibattito pubblico la tesi di una presunta competizione tra giovani e anziani, disoccupati, studenti e lavoratori, lavoratori dipendenti e precari, e a far credere che le loro riforme avrebbero riequilibrato il sistema. Laddove il vero tema è quello di fermare la crescita delle diseguaglianze economiche e sociali.
La società civile non può limitarsi a stare a guardare. è anche nostra responsabilità dare voce a quel 90% di cittadini che hanno pagato e stanno pagando i costi di politiche economiche e sociali sbagliate, rinunciando ad una autoreferenzialità che ci condanna alla frammentazione sociale e al fallimento.
La direzione da intraprendere è suggerita dallo slogan della manifestazione del 18 maggio, ma anche dalle associazioni e dai movimenti che si sono espressi in questi anni tra i quali Sbilanciamoci!: restituire dignità al lavoro, creare nuova occupazione ‘umana’, ‘pulita’ e ‘disarmata’, garantire istruzione e sanità pubbliche, giustizia sociale e fiscale e maggiore democrazia. La gravità della crisi ci impone poi di introdurre una forma di sostegno al reddito non caritatevole per inoccupati, disoccupati e studenti.
Essa deve essere declinata come un vero e proprio diritto di cittadinanza ed essere collegata a una riforma del mercato del lavoro che rinunci all’inganno della flessibilità a tutti i costi, riduca il ricorso alle forme di contratto atipico, preveda, laddove necessario, la riduzione dell’orario di lavoro. Si può scegliere di costruire una società escludente o inclusiva, una società che marca le disuguaglianze sociali o che tenta di ridurle, che si rivolge al ‘consumatore-utente’ spersonalizzandolo o alle persone in carne e ossa. Anche in tempi di crisi si può scegliere da che parte stare.”
ArciReport, 14 maggio 2013
Scarica qui l’appello alla manifestazione
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