Il presidente nazionale dell’Arci Paolo Beni è il primo firmatario di una interpellanza urgente indirizzata al Ministro dell’Economia e delle Finanze in merito al pagamento dell’IMU per gli enti non profit. Nel testo si fa tra l’altro riferimento allo stato di confusione e alla paralisi applicativa derivati dalla complessità del meccanismo previsto dal decreto ministeriale 19 novembre 2012 n. 2001, per la mancanza di parametrazioni precise e per l’assimilazione delle attività rivolte al mercato con quelle più strettamente mutualistiche e solidali. Si sostiene quindi la necessità di attivare subito iniziative tese a ristabilire la certezza del diritto e a sanare le contraddizioni che incrinano la linearità della disposizione, consentendo agli enti di accedere ad uno strumento semplificato di assolvimento dell’imposta, evitando così un grave danno per le migliaia di organizzazioni non profit e per quanti beneficiano delle loro attività e servizi.
Il Governo, accogliendo l’ordine del giorno presentato nei giorni scorsi da Beni, si è impegnato a valutare la possibilità di una revisione della normativa IMU relativamente agli enti non commerciali e del modello di tassazione previsto dal decreto citato.
Si chiede dunque al ministro se non ritenga che tale situazione di incertezza normativa in materia di imposizione IMU per gli enti non commerciali possa generare occasione di contenzioso, con grave nocumento tanto per gli enti interessati quanto per l’erario stesso; quali iniziative intenda adottare al fine di rendere esecutivi gli impegni assunti dal Governo con l’accoglimento dell’ordine del giorno richiamato, affinché gli enti non commerciali siano tenuti al pagamento dell’IMU solo per gli immobili (o porzioni di essi) effettivamente destinati ad attività commerciali e con modalità coerenti coi presupposti della tassazione delle attività svolte dai medesimi enti in ambito di reddito e di IVA.
La risposta all’interpellanza, data oggi in Aula dal viceministro Casero, «è stata insoddisfacente» dichiara Paolo Beni. «Il viceministro si è infatti limitato ad appellarsi ai vincoli posti dalla normativa europea, riproponendo una definizione di cosa sia commerciale e cosa no che non è coerente con la nostra legislazione. Su questa base – continua Beni – non si capisce perché attività riconosciute non imponibili ai fini del reddito e dell’Iva sembrano diventarlo ai fini IMU. Questa situazione di incertezza danneggia gravemente enti che svolgono attività di rilevante importanza sociale. Auspichiamo quindi – conclude Beni – che il governo intervenga in materia e che la delega fiscale sia occasione per risolvere il problema, convocando un tavolo con i soggetti interessati».
ArciReport, 13 febbraio 2014
Comments are closed.