di Carlo Testini
Disoccupazione che cresce, percentuali altissime di giovani inoccupati e inattivi, recessione conclamata, un quadro europeo ed internazionale che non aiuta. Il nostro Paese è davvero in grande difficoltà. Le scelte del governo su dove investire risorse e tagliare di meno sono ancora poco chiare. Si sta già lavorando sul documento di programmazione economica che definirà la politica economica del prossimo anno e che dovrà avere necessariamente il lasciapassare della Commissione Europea. In questo quadro si muovono i tanti soggetti del mondo della musica: imprese, organizzatori, no profit culturale, artisti. Se da una parte sembra crescere a buon ritmo l’utenza dello streaming audio e video, dall’altra parte non si riescono a coprire i mancati introiti dovuti alla diminuzione delle vendite dei supporti audio tradizionali. Il settore della musica live che doveva sopperire alla contrazione degli introiti degli artisti derivanti dalla vendita di cd e affini, sta soffrendo non poco la diminuzione dei consumi delle famiglie, l’aumento dei costi di gestione, l’omologazione della domanda e, per finire, una stagione meteorologica che certo non ha aiutato la partecipazione agli eventi all’aperto. Sul fronte della raccolta dei proventi del diritto d’autore, il bilancio Siae parla chiaro. Continua la forte diminuzione degli ultimi anni che si spera venga compensata da una parte con operazioni finanziarie dell’ente e dall’altra con l’aumento degli introiti da ‘copia privata’ derivanti dai recentissimi provvedimenti del governo. Il 2014 sarà un anno cruciale per capire se Siae è economicamente sostenibile o meno.
La buona notizia è che nell’ultimo anno si sono votati alcuni provvedimenti legislativi che fanno sperare che il comparto della musica sia finalmente tra i settori che Parlamento e governo vogliono sostenere per tentare di rilanciare il settore della Cultura e farne uno dei settori cardine per il rilancio del Paese.
Si è finalmente messo mano ai regolamenti del FUS, il fondo unico dello spettacolo, che hanno introdotto alcune (a nostro avviso, piccole) utili innovazioni, si sta lavorando anche insieme all’Anci (i comuni) sulla semplificazione amministrativa per gli eventi di musica dal vivo, c’è la volontà di rafforzare la formazione musicale nelle scuole anche con il supporto di soggetti esterni al mondo dell’istruzione. Diverse sono le proposte di legge che cercano di proporre innovazioni nell’ambito della gestione del diritto d’autore che ha un ruolo determinante proprio nei periodi di ‘vacche magre’. Senza dimenticare che proprio in questi mesi si sta mettendo mano al contratto di servizio tra Rai e Stato che potrebbe prevedere vincoli più stringenti per la promozione di musica emergente e prodotta in Italia. Ma è evidente che c’è bisogno anche di altro: dare gambe a provvedimenti che aiutano a rigenerare spazi urbani da destinare ad esperienze culturali associative e d’impresa, la diminuzione dell’iva sulle spese accessorie del live, defiscalizzazione di spese che i cittadini sostengono per la formazione musicale dei giovani e per il sostegno di progetti musicali tramite le piattaforme di crowdfunding.
Come tenere insieme tutte queste proposte in un disegno organico? Come non disperdere le energie su troppi fronti e scegliere i provvedimenti più urgenti? Due ci sembrano le strade da seguire. La prima è quella che abbiamo da sempre seguito: un costante confronto con tutti gli attori di questo vasto mondo costruendo un’alleanza forte su obiettivi concreti.
La seconda è l’interlocuzione con l’intergruppo dei parlamentari per la Musica che si è costituito il 21 giugno di quest’anno e che si sta muovendo con determinazione per portare a casa risultati. Due i prossimi importanti appuntamenti pubblici di confronto con senatori e deputati: il 27 settembre al MEI di Faenza e il 25 ottobre al nostro Viva il Live a Mantova. Ci vediamo lì.
ArciReport, 18 settembre 2014
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