Dichiarazione di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
Quel che temevano è purtroppo diventato realtà. Grazie a un gioco di scaricabarile fra il segretario del Pd e il governo, il rischio che neanche in questa legislatura venga approvata la legge di riforma della cittadinanza è altissimo.
Il boccone da ingoiare è veramente amaro. Prevale nuovamente il calcolo elettorale.
Il segretario della principale forza politica che sostiene il governo aveva assicurato che una legge di civiltà come questa non si poteva non approvare subito, ma poi ha aggiunto che la decisione sulla fiducia sul c.d. ius soli “temperato” spettava al governo e solo al governo.
Cosi il presidente del Consiglio si è ritrovato col cerino acceso in mano. E Gentiloni ha preferito dire no e rinviare.
Invece di ribadire le ragioni di una legge giusta e urgente, si è preferito evitare incognite su un voto dagli esiti incerti.
Dunque ora si parla dell’autunno. Questo però significa praticamente mai in questa legislatura, perché a settembre il Parlamento sarà impegnato su una difficile legge di Stabilità e la sessione di bilancio durerà tutto dicembre.
Sarebbe più onesto dire chiaro e tondo che dello ius soli si parlerà ormai nella prossima legislatura, sempre che gli equilibri che usciranno dalle elezioni lo consentano.
E così più di un milione di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri continueranno a vedersi esclusi dalla cittadinanza italiana, nonostante italiani si sentano a tutti gli effetti.
Una decisione ipocrita e crudele per gli effetti che comporta. Due ragazzi seduti nello stesso banco, o che giocano insieme a pallone, o che frequentano lo stesso gruppo di amici, non avranno uguali diritti. Un’ingiustizia insopportabile.
Roma, 17 luglio 2017
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