Si terrà nel pomeriggio di Sabato 24 marzo al Circolo Arci Promessi Sposi di Lecco il congresso provinciale dell’Arci, presente sul territorio di Lecco con oltre 8000 Soci organizzati in 30 Circoli.
“Liberarsi dalle paure” : questo lo slogan che abbiamo scelto per riflettere insieme ai nostri Soci sulle politiche e sulle attività svolte nei numerosi ambiti di lavoro che ci caratterizzano e che caratterizzano le azioni che svolgiamo giornalmente sul territorio.
Dopo l’illustrazione e la discussione dei Documenti Congressuali e del Documento Politico nazionale il Congresso si concluderà con l’elezione dei nuovi Organismi Dirigenti.
Numerosi saranno inoltre gli interventi di Istituzioni, Associazioni e realtà culturali, sociali e politiche della città di Lecco.
Ecco un estratto del documento politico di Arci nazionale, cui abbiamo fatto riferimento per impostare il lavoro congressuale.
«Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprirle e non trovò nessuno»
[ Martin luther King ]
Viviamo un presente che non ci siamo scelti, la cui complessità e contraddittorietà imporrebbe strumenti raffinati e tempo sufficiente per poter almeno essere in grado di tracciare mappe che ci consentano di non smarrirci. Invece il tempo è merce rara e lo usiamo male: tutto accade con una enorme velocità – più consona alle macchine che agli umani – e ci costringe a utilizzare vecchie categorie di pensiero per interpretare la contemporaneità, invece di costruirne di nuove, privandoci di consoni strumenti di
analisi e lettura.
In questa realtà complessa e contraddittoria dobbiamo tuttavia sforzarci nella ricerca di un elemento prevalente, senza semplifiazioni né scorciatoie, che diriga l’ago della bussola e ci consenta di orientare la mappa.
Se fossimo in grado di indagare sulle ricorrenze semantiche nello spazio pubblico globale – costituito da mass media, social network, tendenze culturali – vedremmo che l’elemento dominante dei nostri tempi, lo spettro che si aggira in europa – e non solo – è la paura.
La paura è un sentimento profondo e potente, che determina scelte e comportamenti sia individuali che collettivi, irrompe nella società non come un fenomeno atmosferico né come elemento di casualità, ma come frutto amaro di processi globali e locali, come sentimento di insicurezza che pervade la nostra società.
La crisi economica capitalistica globale è divenuta permanente quotidianità e ha prodotto una generazione di giovani senza garanzie per il proprio futuro lavorativo ed esistenziale, così come lo svuotamento di una classe media che vive sul crinale dell’impoverimento, famiglie che patiscono il caro-vita e il timore di non arrivare alla fie del mese. un potere subalterno agli interessi di pochi ha portato attacchi ai diritti
dei lavoratori, al welfare, ai corpi sociali intermedi.
La fine dell’equilibrio mondiale basato sulla polarizzazione dualistica di superpotenze vira verso un multipolarismo disordinato, che non trova in alcun organismo sovranazionale un luogo di governo, che lascia non alla politica negoziale ma alla forza delle armi e dell’economia gli elementi principali di un instabile controllo che produce guerre e terrorismo.
Le disuguaglianze mondiali e l’iniqua distribuzione della ricchezza, i confltti regionali e i regimi dispotici, la crisi climatica e l’impoverimento delle risorse primarie, generano imponenti flssi migratori, che caratterizzeranno in misura ancora più rilevante i prossimi decenni e che vengono invece trattati come eventi emergenziali a cui vengono date risposte che appagano la pancia dei cittadini, fomentate da populismo e dalle destre nazionaliste e xenofobe. l’imbarbarimento sociale, la violenza verbale e
materiale nelle relazioni interpersonali ha ingenerato paure profonde nei soggetti più deboli e più esposti, che sono anche i più colpiti nella loro incolumità personale da questi fenomeni, come le donne, i bambini, gli anziani.
La debolezza della politica, la crisi della rappresentanza, lo svilimento della nostra costituzione e delle istituzioni democratiche, contribuiscono anch’esse alla perdita di quei punti di riferimento ideologici e valoriali che hanno fortemente caratterizzato il “secolo breve” come fase storica di emancipazione e conquiste di diritti, oggi soppiantati da un pensiero unico trasversale di stampo neoliberista, i cui effetti accentuano fenomeni di atomizzazione sociale, precarietà esistenziale e paura del futuro.
Altro che “magnifihe sorti e progressive” – sarcasticamente evocate dal leopardi: non siamo stati capaci di tradurre pensiero, conoscenza, tecnologia, al servizio dell’uomo, della sua felicità, emancipazione, realizzazione; al contrario il darwinismo sociale e la rottura dei legami di comunità sono tratti distintivi del nostro tempo, irrigano la pianta del populismo e delle destre – di cui sono a loro volta frutto – individuando soluzioni che invece continuano a perpetuare un vortice pericoloso.
per questo, vogliamo trovare un altro modo di liberarci dalle paure, e lo vogliamo fare con gli strumenti associativi di cui disponiamo e di cui ci doteremo, con i temi e le pratiche che fanno parte della nostra storia e, per ciò, costituiscono la nostra identità.”
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