ZAJEDNO: vecchi e nuovi amici in missione nei Balcani.
A cura di: Simona Piazza (Vicepresidente ARCI Lecco)
Da domenica 28 ottobre a venerdì 2 novembre 2012 alcuni esponenti di Arci Lombardia sono stati protagonisti di un viaggio di incontro e di conoscenza in Serbia e nei territori della Repubblica Serba di Bosnia attraverso varie tappe che hanno toccato le città e i dintorni di Novi Sad, Belgrado, Bratunac, Srebrenica.
Osservando un panorama contradditorio che miscela storia passata e presente, tradizione e modernità, il viaggio si è svolto analizzando esperienze e contesti, ma anche conoscendo, trovando o ritrovando nuovi e vecchi amici con i quali l’Arci, che in queste zone è di casa, ha saputo intessere rapporti finalizzati alla realizzazione di “sogni”.
Branislav, il corrispondente ARCS a Novi Sad ci ha fatto entrare in contatto con l’ Assessorato Sport e Cultura della Provincia autonoma della Vojvodina, il quale finanzia progetti per i giovani, molti dei quali in collaborazione con il Centro Culturale Studentesco di Novi Sad. Molto interessante un progetto di riutilizzo di un bene confiscato ad un narcotrafficante che è stato destinato sia a centro di accoglienza per famiglie di bambini ospedalizzati che a centro culturale giovanile dove vengono realizzate iniziative formative e culturali per i giovani e i ragazzi possono trovare alloggio: un contesto creativo, giovane, positivo, di cui il Centro Culturale Studentesco si occupa di parte della gestione.
Novi Sad è una delle nostre tappe più importanti: qui l’Arci ha lavorato parecchio sul tema dei diritti e la città fu, nel 2009, tappa della Carovana Antimafia Internazionale; da quell’anno è in vigore in quella Regione una legge sui beni confiscati.
Qui incontriamo anche il fondo per gli Affari Europei, un’ Agenzia Regionale con sede anche a Bruxelles: l’Ufficio si occupa di informare e creare reti di partnership per progetti europei per l’educazione e l’integrazione sociale.
Tutti si dicono Interessati a creare un legame tra ARCI e associazioni locali: l’Arci continuerà a lavorare a Novi Sad anche negli anni a venire?
Il nostro viaggio prosegue con tappa a Belgrado, la città delle luci della movida notturna sugli edifici che ancora portano i segni del conflitto. Qui incontriamo un vecchio amico dell’ARCI: Vedran Vucic, che si occupa di educazione, integrazione sociale e arti visive e ci parla del progetto a cui lavora da anni per l’associazione internazionale “Young Debate Europe”, che sviluppa sia in Serbia che nel resto d’Europa workshop per giovani e non, con l’obiettivo di sviluppare nelle persone il pensiero critico e la capacità di analisi e di rielaborazione dei fenomeni sociali, culturali e politici di un paese, per poter essere parte attiva del cambiamento e della crescita della società civile. Vedran collabora anche con ARCS e ARCI Milano a progetti culturali nel campo delle arti visive: attualmente si interessa alla la promozione del codice braille quale linguaggio universale per la comunicazione promuovendo così uno strumento utilizzato da chi è “diverso” quale veicolo di integrazione. Il nostro amico ci conduce in visita al Centro Artistico Giovanile di Belgrado dove, oltre ad un ateliér e ad uno spazio per attività di corsistica, vi è una sorta di alloggio- residenza artistica per giovani che si vogliono incontrare e confrontare sperimentando i linguaggi dell’arte.
Sempre in città incontriamo anche il Presidente del Centro Culturale delle Arti Visive e la Direttrice del Centro Artistico Giovanile e con loro abbiamo una lunga chiacchierata sulle possibilità di un loro coinvolgimento nella BJCEM (Biennale Giovanni Artisti del Mediterraneo) e in progetti artistici che ARCI Milano e Lombardia stanno portando avanti da diverso tempo.
Il viaggio continua verso Bratunac e Srebrenica. Qui visitiamo il mausoleo eretto nel 1995 a testimonianza di uno dei più grandi crimini contro l’umanità del XX secolo e la fabbrica di Potocari che oggi ospita un piccolo museo in ricordo della strage; questo è un momento del nostro viaggio di presa di coscienza diretta di cosa la discriminazione ha potuto causare nella vita delle persone, questo ci turba e ci fa emotivamente molto male.
Fortunatamente incontriamo anche degli amici, i Soci della Cooperativa Insieme, nata dall’esperienza comune del volontariato e dell’associazionismo italiano e bosniaco alla cui nascita ARCI Milano ha collaborato.
Dopo la fine della guerra, la Cooperativa è stata la prima realtà che nella Repubblica Serba di Bosnia ha unito, dal punto di vista lavorativo, donne serbe e donne bosniache: le marmellate ed i succhi di frutta che producono, oltre ad essere ottimi, hanno un sapore di pacifica convivenza e noi speriamo di poterli far assaggiare al più presto ai Soci dei nostri Circoli.
Conosciamo gli attivisti di Odisej, un’ associazione giovanile di Bratunac dove i giovani, figli di ex combattenti della zona, cercano di sperimentare di nuovo la convivenza mediante attività che vanno a mettere in luce quelle che sono le condizioni di vita dei giovani a prescindere dalla loro appartenenza “etnica”. Un ottimo esempio di educazione popolare, di stimolo alla partecipazione democratica ed al miglioramento della condizione economica e sociale dei giovani in un territorio dove non c’è occupazione e le prospettive sono quasi inesistenti su ogni piano.
I ragazzi ci dicono di avere in progetto di riconvertire una spiaggia attrezzata lungo la Drina in area ricreativa estiva gestita da giovani che, in questo modo, potrebbero trovare occupazione realizzando un programma di iniziative musicali, culturali e ricreative per gli abitanti della zona e chiedono ad Arci un sostegno per lo studio di fattibilità e l’avvio del progetto.
I viaggi, in quanto tali, hanno un inizio ed una fine, siamo arrivati a venerdì.
Lasciamo la Serbia, che nel 2017-2020 potrebbe fare il proprio ingresso nell’Unione Europea e gli amici che da anni hanno collaborato con l’Arci per la ricostruzione culturale e sociale di un territorio devastato dall’odio e dagli interessi politici ed economici, per la coesione sociale e la non discriminazione, per la democrazia e la promozione dei diritti di tutti e di tutte, per la cittadinanza attiva.
Ci salutiamo con l’impegno concreto di continuare a costruire insieme ponti di cooperazione internazionale, ossia di continuare a mantenere vivi, nonostante la distanza geografica che ci separa, i rapporti di collaborazione, stima e condivisione di obiettivi che ci hanno unito in questi anni e quindi di continuare, insieme, a cercare mezzi economici e modalità operative che ci permettano di realizzare, mediante attività culturali, sociali e di educazione popolare, la società coesa che vogliamo.
Il primo appuntamento è a Milano, il 29 di novembre per la chiusura del progetto “Memory in network” e per alcuni incontri che ripercorreranno i tempi del conflitto per rendere la memoria uno strumento di elaborazione del passato e di intervento sul presente.
Hanno partecipato all’esperienza:
Luigi Lusenti (ARCI Lombardia), Edoardo Madonini (ARCI Milano),Mattia Palazzi (Presidente ARCI Lombardia), Emanuele Patti (Presidente ARCI Milano), Cristian Pavioni (Vicepresidente ARCI Sondrio) Simona Piazza (Vicepresidente ARCI Lecco),
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